Un impianto di riscaldamento è un impianto termico per la produzione e la distribuzione di calore.
In ambito civile si intende il sistema usato per riscaldare ambienti abitativi o lavorativi.
Altri ambienti possono essere i mezzi di trasporto. Quando il riscaldamento viene erogato dagli stessi dispositivi che forniscono anche raffrescamento e altre eventuali variazioni del microclima locale (ventilazione, umidificazione), viene detto di condizionamento o di climatizzazione.
Caldaia e radiatori sono gli elementi principali di un sistema complesso:
- la prima genera il calore;
- mentre i secondi hanno il compito di diffonderlo negli ambienti.
Una caldaia a gas – meglio se di nuova generazione, cioè a condensazione – inserita in un circuito con radiatori distribuiti nelle varie stanze costituisce il più comune sistema di produzione del calore all’interno delle nostre case. Che continua ad avere dei vantaggi, purché venga realizzato con criteri finalizzati al risparmio energetico, senza sovradimensionare l’impianto rispetto alle effettive necessità e assicurando un adeguato isolamento dell’abitazione. Il funzionamento è di tipo “idraulico“: il sistema si compone di tubi incassati nei muri, attraverso i quali l’acqua riscaldata dalla caldaia (o da un altro generatore di calore) raggiunge i termosifoni collocati nei vari ambienti.
Principali tipi di collegamento: a collettori e monotubo.
1) CIRCUITO A COLLETTORI
Detto anche impianto a ragno, è il sistema più diffuso: un condotto della rete principale porta l’acqua calda dalla caldaia ai collettori di distribuzione e da qui, grazie a un circuito interno di collegamento diretto, ai singoli radiatori.
Vantaggi
• Si posa facilmente, grazie ai tubi di piccolo diametro.
• L’acqua è inviata contemporaneamente a tutti i termosifoni, che vanno a regime più o meno nel medesimo tempo.
• Può essere diviso a zone, con possibilità, tramite valvole termostatiche, di impostare temperature differenti.
• I terminali si scaldano tutti e bene: in questo modo non devono essere troppo grandi.
Svantaggi
• Intervento invasivo: tanti tubi, tante tracce nel muro.
2) CIRCUITO MONOTUBO
È chiamato anche ad anello, poiché dalla caldaia parte un tubo di mandata che arriva al primo radiatore, da cui parte un collegamento al secondo corpo e via di seguito, fino a connetterli tutti e a riportare infine l’acqua al generatore di calore.
Vantaggi
• L’intervento di posa dei tubi è meno invasivo che nel circuito a collettori.
• Pochi tubi e corti: garanzia di tenuta nel tempo.
Svantaggi
• L’ultimo radiatore della serie è penalizzato dalla lontananza dalla caldaia e quindi riceverà acqua di temperatura più bassa degli altri. Bisognerà quindi aumentarne la superficie di scambio termico con l’aria (in pratica, prevedere un radiatore più grande) per avere la medesima resa.
In un impianto di riscaldamento non basta generare calore: occorrono anche apparecchiature che portino l’acqua calda all’intero impianto e che, nel farlo, proteggano la caldaia stessa.
Due gli elementi fondamentali:
1) Pompa elettronica a inverter
Ha la funzione di distribuire l’acqua dalla caldaia ai radiatori; deve essere a portata variabile per permettere l’uso di valvole termostatiche per il contenimento dei consumi energetici.
2) Vaso di espansione
Assorbe le dilatazioni termiche dell’acqua che, riscaldandosi, aumenta di volume; se fosse racchiusa in un contenitore rigido e non flessibile, lo potrebbe rompere a casa della pressione.